Turista ottimista, per natura
Osvaldo Bevilacqua racconta la sua passione per i viaggi e il suo impegno per un turismo consapevole e responsabile
di Paolo Portone
Osvaldo quando è nata la tua passione per i viaggi e per il turismo?
Beh, che vuoi che ti dica. Dopo milioni di chilometri percorsi viaggiando per raccontare le bellezze del nostro pianeta, mi sono spesso fatto questa domanda. Oggi mi verrebbe da dire che sono nato con questo destino. Che forse hanno ragione le stelle, sai sono nato sotto il segno del Sagittario, e seppure sia sempre stato scettico riguardo agli oroscopi, indubbiamente qualcosa di veritiero potrebbe esserci.
Cosa vuoi dire?
Ho letto da qualche parte che secondo la tradizione astrologica, il Sagittario è un segno di fuoco che pare ami molto il movimento e che per questo è considerato il viaggiatore dello Zodiaco. Dicono che ami l’avventura e ogni genere di viaggi, purché sia sempre in costante movimento.
Guardando alla tua vita si direbbe che hai realizzato pienamente questa tua inclinazione, ma regalando a tutti noi anche la gioia e la bellezza della scoperta insita in ogni viaggio, dalla gita fuori porta e alle più avventurose escursioni in paradisi naturali. C’è dell’altro oltre al piacere di viaggiare?
Debbo confessarti che ho sempre sentito forte, quasi fosse una sorta di vocazione, il piacere di raccontare quanto andavo scoprendo durante i miei viaggi e questo sin da bambino, quando seguivo i miei genitori in vacanza al mare o ai monti. Sentivo già da allora il desiderio di condividere le mie emozioni e le mie impressioni con chi mi stava intorno, con aneddoti e curiosità. Oggi si direbbe che avevo i segni dello storyteller.
In effetti, è quello che poi hai fatto nel corso della tua carriera pluridecennale di giornalista, prima sulla carta stampata, con il glorioso quotidiano romano “Paese Sera”,poi con la tua pioneristica rivista di informazione e di promozione turistica “Turismo domani” e infine con la televisione e la tua creatura “Sereno variabile”, la più longeva trasmissione nella storia della televisione, tanto da entrare nel Guinness dei primati, che ha avuto il merito di far apprezzare agi italiani, ancora non avvezzi ai medi e grandi viaggi, il piacere della scoperta di nuovi mondi. Un impegno che in tempi più recenti è stato rivolto alla riscoperta del turismo di prossimità, facendoci riscoprire la bellezza della nostra penisola e dei suoi meravigliosi borghi, di cui sei anche Ambasciatore. Che idea ti sei fatto del turismo, delle sue potenzialità e delle sue criticità, a questo punto della tua vita?
Dopo aver effettuato più di 1800 ore di trasmissione, percorso circa 3 milioni di chilometri in Italia e 14 milioni nel mondo, credo di avere maturato una certa esperienza nel campo dei viaggi di diporto che mi consente di affermare oggi che il turismo non solo è cambiato profondamente da quando ho iniziato ad occuparmene, ma che questa voce ormai fondamentale dell’economia mondiale ha a sua volta contribuito a modificare profondamente, nel bene, ma purtroppo anche nel male, il volto di intere nazioni, trasformando non solo i centri storici, i litorali, le stazioni montane ecc., ma incidendo anche nei costumi e nelle tradizioni dei popoli. Alla luce di questi cambiamenti, credo sia necessario rivedere complessivamente il settore turistico, promuovendo le filiere corte, gli alberghi diffusi ed ecosostenibili, i mezzi di trasporto a basso impatto ambientale e in generale una maggiore consapevolezza del turista sempre meno “per caso” ma più responsabile, dalla programmazione del viaggio alla visita nei luoghi di pubblico interesse, al rapporto con gli abitanti dei paesi visitati.
Tempo fa sei stato soprannominato James Bond Viaggiatore, ti riconosci in questa definizione?
Francamente mi sento piuttosto un contrabbandiere della cultura, che ha utilizzato in questi decenni il mezzo televisivo per portare nelle famiglie italiane le bellezze e le eccellenze dell’Italia e del mondo, cercando di condividere le mie scoperte e di promuovere la conoscenza del nostro territorio e del nostro passato. Per me, una delle più grandi soddisfazioni, al di là dei riconoscimenti che ho ricevuto in questi decenni ( due Guinnes World Records, Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana, Aquila di San Venceslao della Regione Trentino Alto Adige, Ambassador dei Borghi più belli d’Italia, n.d.r.), è stata la gratitudine espressami personalmente da papa Francesco per avergli fatto conoscere grazie a una mia trasmissione le meraviglie nascoste del Vaticano.
Grazie alla esperienza maturata sul campo cosa ti senti di suggerire ai politici e agli amministratori per migliorare l’offerta turistica del nostro paese nei prossimi decenni?
Beh, certo la situazione attuale non è facile per nessuno, tanto meno per chi è chiamato a prendere decisioni importanti per il nostro paese. Volendo tuttavia prescindere dalla pesanti criticità che contraddistinguono il momento attuale, devo riconoscere che da quando ho cominciato a occuparmi di turismo sono cambiate molte cose, e in meglio, nell’offerta turistica italiana. Ricordo ancora la drammatica contingenza degli anni ’70 ,quando una accorta campagna orchestrata dall’estero cercò giocando sporco, di dirottare i turisti verso altre mete. La difficoltà furono superate grazie all’impegno degli operatori del settori alberghiero e della ristorazione che cercarono, non sempre riuscendoci, di rispondere alle critiche con il miglioramento dei servizi. Qualcosa di analogo a quanto accadde nel 1989 alla riviera romagnola, nell’estate delle mucillaggini, quando di fronte alla emergenza dovuta all’inquinamento, gli albergatori del luogo fecero fronte comune, reinventando letteralmente la stagione, dando risalto all’ospitalità alberghiera e alle attività ludiche, non potendo valorizzare il mare. A quella operazione di rilancio devo dire che la mia trasmissione diede un contributo molto importante, che si tradusse negli anni seguenti in un incremento consistente ,nonostante l’emergenza alghe, delle presenze da tutta l’Europa. Oggi le sfide naturalmente sono ancora più impegnative, sempre volendo prescindere dal quadro generale in cui si vedono costretti ad operare gli addetti del settore. Naturalmente, per rispondere alla domanda, mi piacerebbe poter indicare la soluzione ideale per ridare fiato al turismo, ma credo che al momento attuale nessuno sia in grado di fornire una risposta esaustiva. Quello che mi sento di suggerire è di ripartire dalle eccellenze, che non mancano, del nostro paese, dalla rivalutazione del suo immenso patrimonio culturale, dalla formazione delle giovani generazioni, a cui deve essere affidato il testimone della memoria storica, dalla tutela dei territori, soprattutto degli angoli interni della penisola, soggetti ormai da qualche decennio a un pericoloso spopolamento. In questo senso la mia mission continua, trasformandosi in una testimonianza attiva attraverso i miei profili social, la mia collaborazione con l’Associazione dei Borghi più belli d’Italia, e ora con questo progetto Kronostories, l’ultimo gioiello della mia collezione, a cui affido il compito di trasportare in tutto il mondo l’immagine dell’Italia.
Per concludere, dove andrai in vacanza quest’estate?
Per il momento non ho ancora progettato nulla, condivido con Sandra, mia moglie, e miei figli, Giorgio e Gabriele, la passione per il viaggio e questo ci rende flessibili nella scelta della meta.
E’ per questo che sei in questa forma smagliante?
Certamente, come diceva Placido Domingo: “Se mi fermo, mi arrugginisco”.
Giornalista italiano con oltre 40 anni di esperienza nel mondo dei media.
Leggi in: English