Urbania e il gioco del Punta e Cul. Un’antica tradizione pasquale del folklore marchigiano
La Pasqua o Domenica della Resurrezione, nei primi tempi della Chiesa cristiana era ritenuta la festività più importante ancor più del Natale, entrato nel calendario liturgico qualche secolo dopo l’avvento, sovrapponendosi a un precedente ricorrenza collegata al ciclo solstiziale.
by Paolo Portone
Per i cristiani la sconfitta della morte per opera di Gesù, e la promessa della resurrezione della carne e della vita eterna, fu fin da principio fondamento del loro credo e motivo della sua incredibile diffusione prima in Oriente e poi in tutto l’Occidente. Nei secoli la passione, morte e resurrezione dell’Agnello che leva i peccati dal mondo ha continuato ad esercitare un’ influenza particolare sulla devozione popolare e sulle tradizioni folkloriche. Famosissime in tutto il mondo sono le processioni della Via crucis, che si svolgono durante la settimana santa nei paesi cattolici.
In Italia sono entrate di diritto nel patrimonio culturale immateriale, la processione serale della macchine di Vercelli, la processione del Cristo morto ad Assisi e il caratteristico rito dei vattienti di Nocera Terinese. L’atmosfera di questi riti popolari è naturalmente caratterizzata dalla tragicità e dal doloroso ricordo della passione di Cristo, tuttavia tra le più importanti manifestazioni della devozione popolare del periodo pasquale ce ne sono alcune che si richiamano alla promessa di vita e al messaggio di speranza della Resurrezione.
Urbania (PU), l’antica Casteldurante, ubicata nella ridente pianura marchigiana attraversata dal Metauro, sede un tempo della fastosa corte dei Rovere, famosa per i suoi abili maiolicari, inventori del cosiddetto genere istoriato, è teatro di una delle più singolari tradizioni pasquali, conosciuta con un nome forse poco consono al clima della festività, il gioco del Punta e Cul.
La Domenica di Pasqua e il Lunedì dell’Angelo gli abitanti del borgo si riuniscono davanti al Teatro Bramante, uno dei gioielli della cittadina insieme al Palazzo Ducale, sede del locale Museo civico, alla Chiesa dei Morti e al Barco Ducale, per partecipare al gioco del Punta e cul. Ad ogni partecipante vengono date due uova rigorosamente sode, con cui dovrà riuscire a rompere le uova dei suoi avversari disposte a terra a forma di “S”. Vince chi riuscirà con la punta del suo uovo a rompere quella del suo vicino, mantenendolo intatto.
Il giocatore continua finché il suo uovo rimane integro e intasca tutti quelli che ha rotto. Il gioco prosegue con il concorrente successivo e così via. Alla fine alcuni concorrenti giocano di nuovo battendo l’altra estremità dell’uovo, ancora intatta, il fondo (cul): da qui il nome del gioco punta e cul.
Naturalmente attenzione a non farne indigestione, e se vi sentite troppo pieni approfittatene per fare una salutare scampagnata nei magnifici dintorni della cittadina marchigiana.
Ringraziamenti e CREDITS FOTO:
Studio Fotografico Giovanni Contarelli
Associazione Proloco Urbania
Barbara Rigon per Cibo&Gioco patrimonio tradizionale ludico e alimentare di Associazione Giochi Antichi. Progetto Geoportale, finanziato dal PON Cultura e Sviluppo e promosso dall’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale e dal Ministero della Cultura.
Giornalista detentore dal 2015 del Guinness World Records TV e Ambasciatore Borghi più Belli d’Italia.