Rocca Imperiale. Un borgo incantevole tra mare e montagna dove l’ospitalità ha il profumo dei limoni
Quando visitai per la prima volta l’incantevole paese di Rocca imperiale, tre furono le cose che mi colpirono immediatamente. La sua singolare forma, che ricorda una piramide, degradante verso la pianura, la cordiale ospitalità con cui fui accolto e l’inebriante e intenso profumo dei limoneti che rappresentano una eccellenza del luogo. Ricco di storia e di bellezza, il piccolo centro in provincia di Cosenza, nel 2018 entrato a far parte dell’Associazione dei Borghi più Belli d’Italia, è stato anticamente luogo di grande importanza strategia e militare, poiché posto a guardia dell’antica via Appia-Traiana, tratto che procedendo da Reggio Calabria e proseguendo lungo la strada ionica si ricongiungeva con l’Appia Antica a Brindisi.
Rocca imperiale ci ricorda dal suo nome il ruolo che continuò ad esercitare ancora nel Medioevo quando Federico II, lo stupor mundi, vi fece edificare l’imponente castello che domina con le sue forme austere la sommità del colle da cui si distendono a raggiera verso valle le caratteristiche abitazioni. Passeggiare per le sue strade è sempre un’esperienza unica per le meravigliose persone che si incontrano, cordialmente ospitali e pronte a raccontare le storie della tradizione locale per la bellezza dei suoi edifici sacri, come la Chiesa Madre, risalente all’impero federiciano, adornata da un magnifico polittico in legno del XVII secolo, il santuario Madonna della Nova, protettrice di Rocca Imperiale e altre chiese che custodiscono rilevanti tesori artistici.
A rendere la visita ancora più incantevole è il piacevolissimo profumo dei limoni che letteralmente avvolge il borgo, una eccellenza frutto di una sapienza secolare , da cui si ricava un ottimo limoncello. Il limone IGP di Rocca Imperiale si presenta quasi privo di semi- afferma il Presidente del Consorzio di Tutela, Vincenzo Marino – con una scorza ricca di olii essenziali, tra i quali il limonene che conferisce un aroma intenso e persistente”. Le prime coltivazioni risalgono già all’epoca federiciana e il pregiato agrume oggi è diventato fondamentale ingrediente sia della cucina che della cosmesi. Ad agosto, di ogni anno, l’attesissimo Lemon Fest, un evento che vede protagonista “l’oro di Federico”, una ricchissima tre giorni che si svolge sia nel borgo che sul lungomare. Stand non solo con prodotti a base di limone e tipici del territorio, ma anche enogastronomia, artisti di strada, musica live, spettacoli teatrali e concerti.
Il centro storico è dominato dal possente e misterioso castello. Si narra, infatti, che tra le stanze dell’antico maniero, si aggiri “la dama bianca”, una donna vestita di bianco che potrebbe essere la figlia del duca Crivelli, suicidatasi dal balconcino che si affaccia sulla piazza d’armi. Il Castello, tra i più grandi del sud Italia, fu edificato nel 1225 dal giovane imperatore Federico II di Svevia. Il 2024 è l’anno delle radici e del turismo di ritorno, un’occasione unica anche per i numerosi calabresi residenti all’estero che realizzano il loro sogno di rivedere il castello ultimato dopo il recente restauro, di nuovo visitabile dal prossimo maggio. Sorprendenti sono le sue torri aragonesi, la cinta muraria, il palazzo settecentesco e le luci che, la sera, insieme alla suggestiva illuminazione del centro storico, lo rendono simile ad un presepe.
Le visite guidate sono arricchite da eventi come lo spettacolo di falconeria con esibizione di maestri di falconeria, in onore di quel Federico a cui gli abitanti continuano ad essere ancora oggi particolarmente legati, che si svolge nel mese di luglio e settembre e la giornata medievale dove i volontari dell’Associazione Culturale Fidem Artem Aps accolgono i visitatori in abito medievale accompagnandoli alla scoperta del luogo.
“Insieme alla mia squadra, ai miei ragazzi, così mi piace chiamarli – dice Annalisa Lacanna, Presidente dell’associazione – vogliamo trasmettere emozioni e valori ai nostri ospiti in questi scenari magici dove si può tornare indietro nel tempo, tra le mura del castello e i vicoli del borgo, per immergersi in lontane atmosfere che raccontano una lunga e avvincente storia.” Nel castello svevo si organizzano diversi laboratori didattici: di ceramica, di coroplastica antica, creazione di oggetti di ornamento per cavalieri e dame medievali, giochi didattici, laboratorio teatrale in costume e nomina di cavalieri e dame medievali, di arceria medioevale e di falconeria, caccia al tesoro nel castello.
Oltre al castello, anche il borgo è visitabile con le guide locali. Veri gioielli d’arte le preziose chiese: San Francesco del 1600, San Giovanni Battista del 1400, la suggestiva Chiesa Madre dedicata a Santa Maria Assunta in Cielo edificata nel 1239, di epoca federiciana. All’interno Il Crocifisso, per il popolo, miracoloso che il 30 marzo di ogni anno i fedeli portano in processione per le vie del borgo.
Altra tradizione molto sentita è quella dedicata alla Madonna della Nova, Patrona della città dal 1644, anno in cui concesse la grazia al popolo di Rocca Imperiale assediata dai turchi. Tutti gli anni, una settimana dopo la Pasqua, i fedeli, trasferiscono, portandolo in processione, un quadro che la ritrae. Partono dalla chiesa Madre ed arrivano al Santuario della Madonna della Nova, fatto costruire, nel 1400, da un principe pellegrino, dove il quadro resterà fino al primo luglio, giorno di festeggiamenti e preghiera, per essere ricondotto, il 2 luglio, nella sua casa.
Segue la cappella della Madonna del Carmine del 1600. L’ultima chiesa è quella di Sant’Antonio di Padova, all’interno del Monastero dei Frati Osservanti del 1500 che ospita l’interessante Museo delle Cere. Durante la passeggiata nel borgo, ci si ferma anche ad ammirare le stradine dedicate ai vizi e virtù di Federico II e si propone un divertente gioco: riuscire ad attraversare questi stretti vicoli, incluso il più piccolo di 36 cm. Le domeniche e nel mese di luglio e agosto l’evento “antichi mestieri”, dal fornaio al calzolaio, dalla lavandaia alle donne che preparano la pasta fatta in casa e il suggestivo tour serale che, dal castello, attraversa il borgo e raggiunge il bosco: un’emozione unica.
A Rocca Imperiale troviamo un personaggio d’eccezione, Enzo Cospito, forse l’ultimo ebanista che, nel suo laboratorio artigianale di strumenti musicali, costruisce, accorda e ripara fisarmoniche e organetti, usati al sud per pizziche e tarantelle, incisi con la tecnica della pirografia (scrittura con il fuoco).
Settembre è, indubbiamente, il mese migliore in assoluto per andare in vacanza. Sia perché le temperature diventano più “umane”, sia perché si evita l’affollamento al mare o in montagna e per i prezzi decisamente più economici. Ai suoi piedi Rocca Imperiale è bagnata dalle acque del Mar Ionio su cui si affacciano 7 chilometri di bellissime spiagge fatte di scogli, ciottoli e fine sabbia dorata, come la Spiaggia San Nicola e la Spiaggia del Lungomare, mentre Le spiagge di Rocca hanno ottenuto due vele nella Guida Blu di Lega Ambiente. Il percorso è attrezzato con pista ciclabile, area giochi, fitness e la possibilità di concedersi una pausa rilassante nel meraviglioso verde di Villa Zante (il borgo è stato insignito della Bandiera Lilla per il turismo di inclusione).
La cucina della tradizione rocchese, apprezzata anche per l’ottimo olio, ricalca la filosofia della gastronomia meridionale. Alcuni piatti: tagliolini e ceci, peperoni cruschi con olive nere, pasta fatta in casa, i frizzuli e i rascatill con la mollica del pane, paparul e patan (peperoni e patate), l’acqua sal.Ma, di sicuro, i veri personaggi del borgo sono gli anziani. Passeggiando tra le stradine è d’obbligo fermarsi a parlare con loro i quali accolgono con gentilezza il turista, raccontando aneddoti e antiche storie.
Gallery:
CREDITS FOTO:
Gianluca Avena
Marco Cardellicchio
Francesco D’Alemmo
Egidio Truncellito
Giuseppe Varasano
Giornalista italiano con oltre 40 anni di esperienza nel mondo dei media.
Leggi in: English