Ninfa: il giardino definito dal New York Times il più bello e romantico del mondo
Il Giardino di Ninfa, a Cisterna di Latina (LT), un tempo fiorentissima comunità agricola, le cui sorti per secoli furono saldamente legate ai destini della potente famiglia dei Caetani, quella per intenderci a cui apparteneva Bonifacio VIII, il papa odiato da Dante, deve la sua fama al magnifico giardino che l’adorna, uno dei più belli del mondo.
Il borgo pontino sorge nelle immediate vicinanze delle sorgenti del fiume da cui prende il nome, il Ninfa che scorre verso sud, superando la via Appia, per poi sfociare nel Tirreno tra Terracina e San Felice Circeo. Per la presenza delle ricche sorgenti di acque cristalline fu fin dall’antichità ritenuto locus sacer, come testimoniano le rovine di un tempio forse dedicato alle Ninfe.
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La magia del luogo era già decantata al tempo dei Romani, come ci ricorda Plinio nella sua Naturalis historia, che sulla sorgente del fiume narrava di una misteriosa pietra che fiammeggiava se bagnata. Nei secoli è stata fonte di ispirazione per artisti, poeti e per i viaggiatori del Grand Tour, attratti dalla languida solitudine del luogo. Il grande storico Fernand Gregorovius, così annotava la scoperta del solitario borgo nelle sue Passeggiate romane: “Ecco Ninfa, ecco le favolose rovine di una città che con le sue mura, torri, chiese, conventi e abitati, giace mezzo sommersa nella palude, sepolta sotto l’edera foltissima. In verità questa località è più graziosa della stessa Pompei”.
La rinascita di Ninfa avviene negli anni ’20 dello scorso secolo per opera di Gelasio Caetani che avviò una costosissima opera di restauro del borgo, iniziando dal castello con l’annessa torre di 32 metri che si specchia nel laghetto e del trecentesco palazzo comunale, adattato a sede della famiglia, riscoprendo sotto il disordinato manto verde l’impianto della città morta, ripulendo il letto del fiume e gettando le basi di quello sarebbe diventato uno dei più bei giardini del mondo.
Oggi la squisita Ninfa ammirata e decantata da Gregorovius si presenta ai visitatori con un giardino di ben 8 ettari, nel quale sono presenti migliaia di piante, di cespugli, di arbusti, di rampicanti, di alberi d’alto fusto, di roseti, di essenze provenienti da ogni parte del mondo e acclimatatesi grazie ad ottime condizioni ambientali, garantite dalla sua ubicazione riparata dai venti, e dalla funziona termoregolatrice del fiume (la temperatura oscilla tra i 14 e i 16 gradi).
Altra particolarità del giardino è che è stato concepito in modo da assicurare una fioritura per ogni stagione dell’anno, come un tableau vivant che muta di colore con il trascorrere dei mesi, grazie alle numerose specie di magnolie, di ciliegi ornamentali di lillà e di lavande, intervallati da boschetti di bambù e di betulle, e dalla rigogliosa Gunnera manicata, che distende le sue maestose ed esotiche foglie sulle sponde del fiume. Infine ad ornamento di questo vero e proprio giardino delle delizie sono gli alberi d’alto fusto, maestosi cipressi di oltre trenta metri, un gigantesco Pioppo nero che sporge di poco dalle mura, e l’imponente Acero campestre, tra i più grandi della penisola che svetta presso il “ponte delle due luci”.
Credits foto: Fondazione Caetani
Giornalista italiano con oltre 40 anni di esperienza nel mondo dei media.
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