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Itinerario gastronomico balneare alla scoperta dello street food di Scilla, Gaeta e dell’Isola d’Elba.
“Pigghialu… lu pisci spata”. Nell’incantevole borgo marinaro di Scilla (RC), entrato nel circuito dei Borghi più belli d’Italia, sovrastato dal castello Ruffo, un tempo punto di avvistamento e di guida per le piccole ma veloci imbarcazioni utilizzate per la pesca con la fiocina del pescespada, i luntri, riecheggiano nelle parole degli anziani pescatori del porticciolo, rese più amare dall’impoverimento ittico degli ultimi anni, le lotte ingaggiate un tempo da u lanzaturi contro il pesce cavaliere, soprannome popolare dello Xiphias gladius (dal greco xífos e dal latino “gladius” che significano entrambi spada ), in cui si riflette il rispetto per il suo carattere fiero e coraggioso, che servendosi appunto come un nobile della spada, lotta con ardore prima di cedere al ferro dell’uomo, e che non esita ad andare incontro a morte certa quando è la sua compagna, a cui resta fedelissimo per tutta la vita, a cadere sotto i colpi del fiocinatore, drammatico epilogo celebrato nella struggente canzone scritta e cantata da Domenico Modugno.
Tramontata l’epopea della pesca con il luntre, sostituito dalle odierne spadare, nella incantevole perla della Costa Viola, il cui nome deriva dalla splendida ninfa che secondo il mito fu trasformata dalla maga Circe in orribile mostro, metafora delle pericolose mareggiate che interessano questo tratto dello Stretto e che nei tempi antichi rappresentavo una insidia spesso mortale per le imbarcazioni sospinte dai venti di burrasca contro il promontorio e gli scogli che lo circondano, oggi è una delle mete turistiche più apprezzate della Calabria. Rinomato è il borgo di Chianalea che sorge nella parte settentrionale del promontorio dove sorte il castello Ruffo, attualmente ospitante il faro della Marina Militare. Pittoresco agglomerato di case erette sugli scogli a strapiombo sul mare in cui si dirama una fitta rete di vicoli che le hanno fatte meritare la nomea di “piccola Venezia del Sud”. Così come famosa e la sua spiaggia principale, Marina Grande, delimitata a Nord e a Sud da enormi rocce, bagnata dalle acque del Tirreno che qui assumono una suggestiva tonalità di blu intenso e che si prestano in particolare alle immersioni e allo snorkeling per la bellezza dei suoi fondali ricchi di vegetazione e di esemplari marini, un tempo molto più numerosi. Marina grande offre lidi ben attrezzati ma anche tratti di spiaggia libera, ed è possibile goderne la inconfondibile bellezza anche passeggiando sul lungomare che l’attraversa da Nord a Sud ricco di ristoranti e di locali dove poter apprezzare la specialità del luogo, il re dei panini farcito con le pregiatissime carni del più nobile dei pesci azzurri (quindi ricco di Omega 3), il Piscispata.
Tra le versioni più amate è sicuramente quella in cui il panino viene servito con un generoso trancio di pesce spada preparato con pomodori, olive nere e capperi, e infine farcito con cipolla rossa caramellata di Tropea, rucola o scaglie di parmigiano. Una vera delizia per il palato da gustare davanti a un panorama mozzafiato da cui è possibile scorgere le isole Lipari, Stromboli e Messina. Spettacolo che dovette impressionare la fantasia degli antichi greci che esperti naviganti si spinsero ben oltre l’ubertosa Enotria (dal greco ôinos/vino), ricca di vigneti e di uliveti, sfidando le insidie del mare e dei suoi mitologici mostri, come Ulisse che nella sua peregrinazione nel Mediterraneo prima di far ritorno alla sua amata Itaca, passò lo stretto dopo aver soggiornato nella mitica Eea, dimora della temuta e domata Maga Circe.
Prossima tappa del nostro itinerario è una perla della riviera intitolata all’eroe del poema omerico (Parco Regionale Riviera d’Ulisse), che si snoda per diversi chilometri tra Gaeta e Sperlonga, comuni entrambi annoverati nell’Associazione dei Borghi più Belli d’Italia.
Un’area di grande valore storico e paesaggistico, soprannominata di recente dalla stampa estera, e non senza ragione la “Grecia del Lazio”, per la sua ricca macchia mediterranea e le acque cristalline in cui si specchia. Gaeta con il suo centro storico abbarbicato sul magnifico Monte Orlando e le sue cento chiese, di grandissimo pregio architettonico la Cattedrale, dedicata a Maria Assunta in Cielo e dal 995 anche ai Santi Erasmo e Marciano, con la sua straordinaria torre campanaria in cui si fondono elementi architettonici cristiani e islamici, offre anche al turista più navigato scorci davvero formidabili come il panorama che si può ammirare dal famoso tempio di San Francesco, una delle più belle chiese della città, o nella parte occidentale del Monte Orlando, conosciuta come la Montagna Spaccata, dove secondo la leggenda alla morte di Gesù il velo del Tempio di Gerusalemme squarciandosi avrebbe provocato le profonde fenditure nella roccia che oggi contribuiscono a rendere unico e suggestivo questo luogo caro alla spiritualità cattolica, dove dall’XI secolo sorge il Santuario della SS. Trinità, in cui pregarono San Bernardino da Siena, Ignazio de Loyola e Pio IX. Accanto al santuario, si può accedere, con una scalinata di 300 gradini, a un’altra meraviglia di Gaeta, la cosiddetta Grotta del Turco, una straordinaria gola che si tuffa nelle acque limpidissime, che secondo la tradizione si ritiene fosse usata un tempo dai Saraceni come rifugio per le loro imbarcazioni. Perdendosi tra le stradine del centro storico, o nel reticolo di viuzze del porto, che ricordano i carruggi genovesi, o per i vicoli (i vichi) nei dintorni di via Indipendenza, pieni di piante, panni stesi ovunque, negozietti, bancarelle e tanta tradizione, a farla da padrone nel cibo da passeggio è la Tiella. Autentica specialità gastronomica del luogo, una sorta di pizza ripiena (solitamente di prodotti della terra o del mare) ma che richiede una lavorazione più accurata e possibilmente manuale. Tra le varianti più famose la Tiella di polpi e la Tiella di scarola. La sua origine è molto antica e risente di quella economia di sussistenza che imponeva in particolare a contadini e pescatori di garantirsi con i mezzi a disposizione la conservazione del cibo più a lungo possibile. In sostanza la Tiella nasce come un guscio lievitato, adattato per trasportare e conservare pesce e verdure. Oggi è un’autentica ghiottoneria, uno degli street food più amati e ricercati della città balneare, Gaeta è ricca di storia ma anche di spiagge con sabbia chiara e finissima, mare cristallino e fitta vegetazione mediterranea, una di queste la spiaggia dell’Ariana è stata più volte premiata con la Bandiera Blu. Risalendo idealmente il Tirreno, concludiamo il nostro itinerario approdando sui meravigliosi lidi dell’Isola del’Elba, la più grande dell’arcipelago toscano, e la terza isola italiana per superficie. Ricca di storia e adorna di bellezze naturali, l’Isola resa famosa nell’immaginario collettivo dal breve esilio cui fu costretto l’imperatore dei francesi, Napoleone I dopo la disastrosa battaglia di Lipsia (1813), e durante il cui regno conobbe tali innovazioni che ancora oggi se ne serba il ricordo con fastose rievocazioni del suo buon governo, durato appena 10 mesi. In realtà l’Elba è da epoche remotissime importante centro di sviluppo dei commerci, soprattutto di quelli legati alla copiosa produzione di ferro che avveniva nelle ricche un tempo miniere disseminate lungo la costa orientale e sul promontorio della penisola Calamita.
Oggi la ricchezza degli isolani proviene principalmente dal flusso turistico attirato dalle splendide spiagge, famose quelle del litorale occidentale, la celebre Costa del Sole. Tra le spiagge più belle più numerose dell’Isola sono quelle del versante Sud Orientale, comprese nell’area del Comune di Capoliveri. Sono così numerose e varie da poter soddisfare l’esigenze di ogni turista, dalla spiaggia selvaggia a quella attrezzata per finire all’oasi naturista. Oltre al mare splendido che la bagna, l’isola si lascia apprezzare per i suoi incantevoli borghi marinari, Marina di Campo, Rio Marina e per il centro storico di Porto Azzurro, dove nella piazza dedicata a Matteotti, la più bella dell’isola, è possibile ammirare i fantasiosi giochi d’acqua delle sue fontane. Addentrandosi nelle vie dell’antico centro, si resterà stupiti dalla imponenza del Forte San Giacomo e dalla solennità delle chiese della Madonna del Carmine e di San Giacomo Maggiore, per poi rilassarsi godendo della pace e del dolce clima che offre l’antico borgo, magari degustando un must della ristorazione da strada, la Tonninab (ventresca di tonno in salamoia) servita con un panino o con il pane raffermo (panzanella all’elbana). Ricetta semplice e gustosa realizzata con pomodori, cetrioli e cipolline fresche, mescolati con tonnina e acciughe, capperi o olive, aggiungendo, se necessario, una manciatina di foglie di basilico trinciate, olio, un poco di pepe a piacere, sale e peperoncino in base al gusto. Che si tratti di pesce spada, di polpo o di tonno, di sicuro il palato vi ringrazierà. Buoni assaggi di mare a tutti!
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Giornalista italiano con oltre 40 anni di esperienza nel mondo dei media.
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