Cosa c’è dietro un successo? Il campione Diego Crescenzi si racconta e lancia un messaggio
Ciò che distingue i talenti non è solo la bravura, ma anche la determinazione e la resilienza di fronte alle innumerevoli sfide.
Diego Crescenzi, 20 anni, di origini reatine, campione di Trials e Bike Trial, è la sintesi perfetta di questi elementi. La sua storia, la vogliamo capovolgere, non è un solo racconto di successo, ma di cosa si nasconde dietro un successo.
Nella partitura della vita, la resilienza è quella nota che ci permette di superare le avversità, sia di carattere tecnico che emozionale. La società nella quale viviamo è travolgente e rischiamo di perdere l’attenzione su ciò che è vero, reale. Pensare che il successo sia legato a futili motivazioni e che sia semplice da ottenere è un grande errore. Il talento è un punto di partenza, ma ad alimentarlo c’è il sacrificio, l’impegno costante, la visione chiara che ogni sfida diventi un’occasione di crescita. La sconfitta? La sconfitta fa parte del successo, un’opportunità impagabile di miglioramento.
Diego, cosa c’è dietro i tuoi successi? E quale è il messaggio che ti piacerebbe trasmettere?
“Dietro ai miei successi c’è tanta dedizione e sacrificio. Per arrivare sugli scenari mondiali, ogni minimo dettaglio fa veramente la differenza e, quindi, anche ora che ho finito il liceo e frequento l’università, la mia giornata è incentrata sull’attività sportiva, su un’attentissima alimentazione, sul migliorare e sul crescere sempre di più.
Oltre agli allenamenti ci sono le gare e questo è il momento in cui si va a raccogliere il frutto del duro lavoro che si è svolto nei mesi precedenti. Il lungo percorso presenta varie tappe: a livello nazionale, Coppa del mondo, Europei e Mondiali insieme alla squadra azzurra. Questa, sicuramente, è una grandissima soddisfazione e uno stimolo ad andare sempre oltre e poi, ovviamente, quest’anno ho conquistato il titolo di Campione italiano a livello assoluto, la massima categoria per me, che ho vent’anni.
Quindi sono nell’élite, tra i grandi, è stato veramente un traguardo inaspettato e, poi, quando è arrivato, è stata una grandissima emozione.”
Senti la responsabilità di diventare un modello per i tuoi coetanei e per le ultime generazioni, bambini e adolescenti?
“Beh! E’ un compito molto delicato. Sui miei canali social: YouTube, Tik Tok e Instagram racconto le mie esperienze, quello che vivo, i miei allenamenti, le mie gare, le mie preoccupazioni e i miei sogni che, per fortuna, spesso si avverano, per ispirare i giovani, intrattenerli e spingerli a coltivare le loro passioni, soprattutto nello sport, affinchè possa essere d’esempio anche per la loro vita in generale. La società di oggi ha bisogno di valori che, talvolta, vengono sottovalutati. Il mio obiettivo è dare loro un punto di riferimento positivo, un incoraggiamento ad intraprendere la via giusta, sia ai ragazzi e che ai più giovani.”
Quando ti è venuta questa passione?
“Sono nato in mezzo a questo sport perché mio padre ha praticato il trial per più di 25 anni ed io l’ho seguito fin da piccolo. Ho iniziato per gioco e ho voluto provare a imitarlo con una bicicletta adatta, mi è piaciuto e ho continuato divertendomi e stando all’aria aperta. Mi sono subito appassionato. Ho riscosso i miei primi successi sin dal primo anno di gare vincendo il mio primo titolo a soli 7 anni di età ed entrando così nella storia del bike trial.
Di conseguenza, è aumentato il mio impegno e il tempo dedicato a questa disciplina sportiva.
Mio padre e mia madre, sono stati sempre vicini e disponibili, anzi unici, supportandomi in tutto e per tutto. Mi hanno sempre accompagnato agli allenamenti e alle gare. Dal 2010 vado una volta al mese in Spagna, a Barcellona per allenarmi con il miglior allenatore, il pluricampione del mondo Cesar Cañas, nella migliore struttura. La mia famiglia è stata fondamentale per la mia crescita umana e professionale”.
Come si può conciliare un’attività sportiva così intensa con la vita privata?
“Sin da piccolo ho sempre detto che in una giornata ci sono 24 ore quindi basta sapersi organizzare, basta avere la volontà e tutto si può fare. Certo, dedicando molto tempo allo sport ho dovuto fare delle scelte e qualche rinuncia che però non mi hanno mai pesato, vedendo tutto nell’ottica del raggiungimento dell’obiettivo prefissato.”
Che significato ha, per te, il viaggio? È solo professionale o anche ludico, culturale? Sei andato molte volte all’estero, Glasgow, Dubai, New York….Hai avuto il tempo di visitare le città?
“Io adoro viaggiare, sono molto curioso e vedere nuove realtà, nuove culture e particolarità tipiche del posto mi piace moltissimo. Quindi avere la possibilità di viaggiare per il mio sport e condividere momenti con atleti di tutto il mondo, con la mia stessa passione, è qualcosa che ho sempre sognato e che rende unico ogni viaggio a prescindere dal risultato sportivo.
Da quasi 15 anni per gare e allenamenti volo spesso all’estero e questo è stato importantissimo anche per la mia vita e per la mia educazione.”
Il successo si conquista ogni giorno, con sacrificio e rinunce e tocca anche la sfera educazionale. Nell’infinito panorama educativo lo sguardo va orientato anche su come si educa al sacrificio e come si possa parlare di dimensione progettuale.
Perché? Perché l’attenzione va rivolta all’osservazione delle evoluzioni dello sviluppo della personalità, alle inclinazioni che vanno lasciate libere di fluire e farle crescere.
A questo punto si comprende come il sacrificio e la determinazione non siano univoche, ma interrelazionali.
Grazie Diego, ha ragione Osvaldo ogni volta che mi parla di te, avendoti conosciuto quando avevi 7 anni e stavi già diventando un campione, evidenziando la serietà e la passione che metti, quotidianamente, nella tua preparazione tanto che ti ha riservato diversi servizi televisivi.
E grazie anche per aver regalato un messaggio così profondo ai tanti che ti seguono e ci leggono.
Le piccole cose costruiscono le grandi: dedizione, costanza e amorevoli presenze contribuiscono alla realizzazione di ogni desiderio.
di Maria Letizia Andreassi
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Giornalista detentore dal 2015 del Guinness World Records TV e Ambasciatore Borghi più Belli d’Italia.
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