Bottega Tifernate: un’eccellenza umbra nel mondo
Oggi la nostra “storia di successo” è ambientata a Città di Castello (PG) alla quale dedicheremo presto un articolo, e il protagonista è il Maestro Stefano Lazzari, uno degli artisti preferiti di Papa Francesco per il quale, nel 2024, ha ricreato la Salus Populi Romani, raffigurante la Madonna con il Bambino, tanto cara al Santo Padre che ha voluto collocarla, in maniera permanente, nella Stanza della Madonna, la Sala delle Udienze private nel Palazzo Apostolico e altre due opere: la Vocazione di San Matteo del Caravaggio, nel 2018 per la Sala della sua residenza Casa Santa Marta e la Crocifissione Bianca di Marc Chagall, nel 2019 per la sua camera da letto.
L’ultima creazione dell’artista tifernate è la Croce del Giubileo 2025, un crocifisso bifacciale in ottone patinato.
Città di Castello è un luogo dove tutto è impregnato di arte e cultura: le strade, le innumerevoli chiese, i palazzi d’epoca e la natura stessa che ha fatto da scenario a Raffaello Sanzio, Luca Signorelli fino al maestro Alberto Burri, icona mondiale dell’arte contemporanea.
Qui, nel 1990, Stefano Lazzari fonda la Bottega Tifernate che studia e ripropone le antiche tecniche pittoriche, perdute lungo i secoli, dei più grandi autori del panorama artistico del Rinascimento, con l’obiettivo di ricreare qualsiasi opera d’arte su intonaco fresco (affresco), tela o tavola che susciti nello spettatore le stesse emozioni e stati d’animo delle opere originali.
Nasce la “pictografia”, una tecnica innovativa nella quale la scienza è di ausilio all’arte.
Nel 2000, Stefano ottiene il brevetto per la sua geniale invenzione e i suoi lavori, non più considerati copie d’autore, ma vere e proprie opere d’arte, raggiungono gradualmente inimmaginabili traguardi. Oggi le sue pictografie si trovano nei musei più importanti del mondo: Musei Vaticani, Galleria degli Uffizi, Metropolitan Museum di New York, il Louvre di Parigi, il British Museum di Londra.
È lui stesso a spiegarci che la pictografia si avvale di una macchina che permette di avere una base a colori che ricrea esattamente l’estetica del quadro originale. Sopra questa “traccia”, una sorta di disegno a colori, si interviene manualmente con una procedura molto complessa. È necessaria la proiezione dell’immagine da ricreare poiché si deve lavorare con la lente d’ingrandimento, facendo attenzione ad ogni minimo dettaglio, su particolari anche di mezzo millimetro, ad esempio, sugli occhi, oppure sui panneggi delle vesti.”
La formazione dei giovani artisti.
Stefano lavora in stretta collaborazione con la sorella Francesca, il padre Romolo che lo ha sostenuto fin dagli inizi e una squadra di giovani pittori provenienti da Istituti d’Arte e Accademie di ogni parte d’Italia i quali vengono inseriti in un programma di formazione di 20, 40 o 60 ore.
Stefano ci spiega: “Li portiamo nei musei ad osservare quadri di Raffaello, Leonardo, Perugino o Pinturicchio per comprendere come si costruiva un’opera 500 anni fa. In laboratorio insegniamo loro la preparazione del colore, lo studio della chimica associata ai pigmenti, come si usa l’oltremare, lo smeraldo, come si fa il lapislazzuli, la gessatura, l’impiego di calce spenta e sabbia, come si preparano le tavole, le tele e l’affresco. L’opera è frutto di tutto ciò che veniva tradizionalmente utilizzato nelle botteghe artigiane dell’epoca.
Anche la colla di coniglio è essenziale e viene preparata con le ossa di coniglio mescolate con il gesso di Bologna; a bagnomaria diventa un composto che si stende a caldo sulla tela o sulla tavola, ma se si fa raffreddare si trasforma in stucco. Noi utilizziamo questo materiale per gessare o stuccare le tavole, esattamente come facevano, nel periodo del Rinascimento, i grandi artisti”.
“Non tutti resteranno con noi, ma, comunque, avranno ricevuto delle basi solide per creare un loro lavoro, o meglio, un loro capolavoro. È un impegno utile anche a livello sociale” afferma sempre Stefano Lazzari: “Il bello è lì, impari un modo di operare che può dare un futuro e favorire la nascita di nuovi artisti.”
I successi della Bottega Tifernate nel mondo.
Negli anni, la Bottega Tifernate ha riportato importanti successi legati anche al Professor Antonio Paolucci, che ci ha lasciato recentemente e che è stato mentore di questa attività dal 1997 al 2015. “Ci ha aiutati – continua Lazzari – a metterci in contatto con restauratori, chimici e laboratori di restauro. Grazie a lui abbiamo eseguito lavori di grande rilievo: il primo nel 2006 al Castello di Ferrara attraverso la riproduzione di 20 opere per i “Camerini del Principe” Alfonso I d’Este visibili nel percorso museale del Castello Estense, con dipinti originali di Dosso Dossi, Bellini e Tiziano. Nel 2007 abbiamo realizzato opere pictografiche per il Palazzo Ducale di Vilnius, in Lituania, che è stato ricostruito, dopo la distruzione, nell’ottocento.
E poi il Museo Leonardo Da Vinci, una Pinacoteca permanente di 23 dipinti con qualità museale, dal 2016 a Roma, in via della Conciliazione, che vanta 120.000 visitatori l’anno tra i quali tantissime scuole che vengono da tutta Italia per vedere l’opera pittorica completa del grande artista.
Il secondo museo di Leonardo lo abbiamo realizzato in Francia, nella Loira, al Castello di Clos Lucè dove l’artista ha passato gli ultimi quattro anni della sua vita. Il museo mostra quattro ambienti così come erano al tempo di Leonardo, dove lui mangiava, lavorava, studiava e dormiva, con mobili e utensili da lui usati”.
Per Papa Ratzinger abbiamo riprodotto la Porziuncola di San Francesco d’Assisi, nella città di San Francisco, trasportata in seguito al museo permanente della Corea del Sud dove stiamo lavorando ad una mostra che forse diventerà permanente, sul ‘400 e ‘500 italiano. Sempre per la Corea, stiamo studiando l’idea di un altro museo dedicato a Leonardo Da Vinci, con la realizzazione su scala 1:1 di tutte le opere a lui attribuite. In programma una serie di collezioni monotematiche da Raffaello a Tiziano e Michelangelo, Perugino e Signorelli, dove un cittadino residente in Corea o in qualunque paese dell’Oriente, potrà vedere l’intera collezione delle loro opere.”
Progetti futuri.
La creatività di Stefano non si ferma qui perché diventa autore di Arte contemporanea, tempere su tavola di grandi dimensioni, alcune delle quali esposte, nel 2023, nel suggestivo Museo delle Mura con sede a Porta San Sebastiano, a Roma. Lo scenario dell’esposizione è il protagonista delle opere stesse: gli antichi scorci delle Mura Aureliane e del parco in cui sono immerse vengono elaborati in chiave moderna, rimpiccioliti o ingranditi, in uno spettacolare gioco di colori accesi e linee minimaliste, una serie di otto tondi collocati tra le fughe di archi e un polittico di quattordici elementi tra gli eleganti mosaici delle sale espositive sovrastate da imponenti torri medievali.
Parlando con Stefano Lazzari si avverte l’amore e la passione per l’arte, vissuta come un modo per guardarsi e leggersi dentro, i pensieri si trasformano in colori, il linguaggio artistico trasfigurato nella ricerca dei particolari e nelle finiture: la passione, l’unico paradigma con cui l’arte possa essere coniugata.
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Giornalista detentore dal 2015 del Guinness World Records TV e Ambasciatore Borghi più Belli d’Italia.
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