OFFIDA, trame della vita, dei sogni e del vivere lento
Offida, in provincia di Ascoli Piceno, è una meta imperdibile per chiunque desideri immergersi in un’atmosfera dove storia, tradizioni, cultura e natura si fondono in un’armonia perfetta.
Di Sandra Jacopucci e Maria Letizia Andreassi
Siamo nell’entroterra marchigiano, tra le dolci colline dell’ascolano e a pochi chilometri dal Mar Adriatico. Un panorama unico che spazia dal Monte Ascensione alla catena dei Sibillini, al Monte dei Fiori e nei giorni di cielo terso, fino al Gran Sasso e la Maiella. Una piccola deviazione dalla Salaria, il cui percorso oggi è seguito dalla Strada Statale 4, porta in questo centro longobardo per fondazione, annoverato tra i Borghi Più Belli d’Italia, un luogo impreziosito dalle sue eleganti architetture, i palazzi d’epoca, le chiese, la sua gente ospitale, insomma un angolo di mondo dove staccare la spina.
L’abitato, in origine, era una fortezza militare composta da una cinta muraria e torrioni andati quasi completamente distrutti durante le guerre e il terremoto del 1943. È nel Medioevo che raggiunse il suo massimo splendore.
Piazza del Popolo è il punto migliore da cui iniziare la visita, il cuore pulsante della città, una piazza che si ricorda per sempre per l’elegante combinazione di stili e materiali che la caratterizzano e per un’insolita forma triangolare.
Risale alla seconda metà del Settecento e presenta, da un lato, la Chiesa della Collegiata di Santa Maria Assunta sotto la quale troviamo una piccola cripta che accoglie una riproduzione in miniatura della grotta della Madonna di Lourdes, realizzata nel 1920, con la roccia proveniente dal Monte Ascensione.
Su un altro lato il Palazzo del Comune, con la loggetta costituita da tredici colonne in travertino, il portico e i suoi merli medievali che sono un po’ il simbolo del paese e ricordano i pizzi e i ricami delle merlettaie che qui hanno una lunga e antica tradizione tanto che all’ingresso del paese si trova un originale monumento in bronzo alla Merlettaia, di grandi dimensioni, realizzato dallo scultore offidano Aldo Sergiacomi.
Una raccomandazione di Elena Capriotti, Direttore Confesercenti Marche Sud: “In un angolo della piazza centrale, passa quasi inosservata la piccolissima Chiesa dell’Addolorata, appartenente all’omonima confraternita, dal 1470. Un gioiellino assolutamente da non perdere.”
All’interno del centro storico, in un gioioso intreccio di stradine, si può facilmente individuare la stretta e pittoresca Via dei Merletti dove, sedute e chine sul tombolo, è possibile incontrare signore, giovani e meno giovani, occupate nel ricamo.
Rosa, una novantenne con un piglio da ragazzina, mi racconta: – “L’aria di Offida rende giovani” mostrandomi un merletto di dieci metri che ha richiesto sette mesi di lavoro. “Il pizzo va più piano delle lumache” e comporta una fatica e una perizia immense, che diventano leggere da sopportare, con il sorriso e con l’amore per questa attività antica di almeno cinque secoli. Il negozietto dove lavora è, in realtà, colmo di autentici capolavori, pezzi unici di grande valore usciti dalle abili mani di questa dolce e romantica signora d’altri tempi.
Risale al 1511 il primo documento che testimonia un’offerta di pizzi da parte del Comune alla Chiesa della Croce Santa per soddisfare un voto.
Indimenticabile il Museo del Merletto a Tombolo, dedicato dalla città a questa vera e propria arte, gestito con entusiasmo e passione dall’Associazione Merlettaie di Offida, con sette sale espositive nelle quali si possono seguire le diverse tecniche di lavorazione.
Il pezzo più ammirato è un abito di alta moda dello stilista inglese di origini siciliane Antonio Berardi, indossato dalla famosa modella Naomi Campbell. Qui e in altre piccole botteghe artigiane si possono acquistare fantastici merletti e piccoli gioielli anche a prezzi accessibili.
Un’arte simbolo della pazienza e abilità di quelle mani che intrecciano fuselli e che si muovono come in un’antica danza, creando meravigliosi merletti di delicata bellezza.
Offida è, soprattutto, geometrie e paesaggi da incanto. Dopo una breve salita, come un’apparizione, la splendida chiesa di Santa Maria della Rocca, del 1330, circondata da suggestivi dirupi, si affaccia contemporaneamente su tre parchi nazionali dell’Appennino centrale: il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, quello della Maiella e quello del Gran Sasso.
L’architettura della chiesa nasconde una curiosità legata alla scalinata che conduce all’interno: su uno degli scalini, quasi impercettibile perché consumato dal tempo, c’è un bassorilievo che raffigura un agnellino che richiede un preciso rituale perché sia concessa “tanta fortuna”. Chiedete di Stefano Mozzoni, coordinatore delle strutture museali del Comune di Offida, che oltre a svelarvi i segreti del luogo, vi racconterà i dettagli di questo rito il quale, se eseguito alla perfezione, potrebbe realizzare un vostro desiderio.
La facciata esterna è in laterizio ed è percorsa da lesene in travertino nella parte absidale. Al centro c’è il portale scolpito con animali fantastici. Nella spettacolare cripta si ammirano i bellissimi affreschi del “Maestro di Offida”, probabilmente un monaco che si distingue, tutt’oggi, per la sua particolarità nel dipingere le aureole e nel rappresentare Gesù Bambino con un uccellino in mano.
Non lasciate Offida senza essere entrati nello splendido Teatro Serpente Aureo realizzato su progetto dell’architetto Pietro Maggi, di concezione barocca con pianta a “boccascena” ovvero a ferro di cavallo. Il palcoscenico, che conserva il vecchio sipario dipinto raffigurante la leggenda del mitico Serpente d’oro, è lo sfondo di svariati eventi annuali: “La notte delle M’rette” e “La notte degli Oscar” durante il Carnevale oltre a feste a tema come il “Veglione in Maschera” e Il “Veglione elegante”.
Il Carnevale incarna lo spirito goliardico del luogo con “lu bov fint”, il bue finto. “V lurd”, un fuoco di emozioni, chiude il carnevale e segna l’inizio della Quaresima con il mercpledì delle Ceneri. Da quest’anno, Il Carnevale di Offida, fondato nel 1524, con i suoi 500 anni rientra tra i carnevali storici d’Italia.
Il centro è animato anche dalle storiche congreghe offidane: ”International FOF”, festival degli artisti di strada dedicato al teatro di figura e “Gustando Offida”, percorso enogastronomico itinerante a cui si può accedere con un ticket e visitare vie, monasteri, chiese, dimore e giardini privati.
La musica è una delle principali attrattive per i giovani e non solo e trova la sua massima espressione nell’Istituzione Musicale Giuseppe Sieber che offre l’opportunità di una formazione di altissimo profilo nello studio di tutti gli strumenti e nel canto.
Offida è sede della nuova Oleoteca, dal 2021, e dell’Enoteca Regionale delle Marche, ex carcere, edificata sui resti del castello medievale, dove è possibile degustare i pregiati vini locali: il pecorino, la passerina, il rosso piceno e rosso piceno superiore, un uvaggio 85% montepulciano e 15% sangiovese. Dal 2011 la città vanta una DOCG denominata appunto “Offida”.
Autenticità e Bellezza, il rallentare del tempo riscoprendo il valore delle piccole cose, l’arte del tombolo, ma anche il valore della terra e dei suoi pregiati frutti rappresentano lo spirito di Offida.
È un viaggio attraverso colori, anime ricamate, architetture, paesaggi inaspettati e altre storie ancora da raccontare.
Gallery fotografica:
Credits foto:
AssoArtisti-Confesercenti
Sandra Jacopucci
Leggi di più >> La cucina offidana e l’influenza longobarda
Giornalista detentore dal 2015 del Guinness World Records TV e Ambasciatore Borghi più Belli d’Italia.
Leggi in: English