Una cucina di più di 3000 anni fa. La cucina nuragica.
Nel nostro tour in Sardegna, arrivando a Mandas, a circa 60 chilometri da Cagliari, abbiamo raggiunto il Santuario Nuragico di Santa Vittoria appartenente al comune di Serri e al suo interno…sorpresa! Una cucina di più di 3000 anni fa. Un vero colpo per me che, oltre ad amare la cucina in modo viscerale, adoro la storia e i misteri delle civiltà antiche.
I resti di questo abitato presentano ambienti circolari che in origine avevano delle coperture in legno foderate con lastre di calcare o frasche.
La Cucina, a pianta rettangolare, aveva, su una delle pareti interne, tre blocchi di pietra lavica usati come alari per arrostire le carni (deducibile dalla presenza, ai tempi del ritrovamento, di frammenti di ossa di animali e grandi quantità di cenere), vasi da fuoco e due grandi lastre di basalto che formavano il piano di lavoro per il taglio della carne.
Si distinguono diversi tipi di pietra: oltre alla vulcanica di colore nero, l’arenaria, più chiara, Il “corazzullo” cioè “cuore azzurro”, appunto di colore azzurro.
Vicino, un altro ambiente: il Focolare, adibito alla produzione delle braci. I cibi cucinati venivano poi portati nel Recinto delle Feste dove, tradizionalmente, tutti si riunivano in occasione di determinate ricorrenze annuali.
La raccolta delle erbe veniva fatta con cesti di diverse forme e dimensioni abilmente intrecciati con rami di asfodelo, leccio, salice e olivastro, essenze tipiche della macchia mediterranea.
La nostra eccezionale guida, Giorgio Augias, integrato nel paesaggio e custode della civiltà nuragica, ci teletrasporta in una dimensione ancestrale.
Così, con un po’ di fantasia, non è difficile immaginare il profumo della carne arrostita mista alle erbe aromatiche dei campi circostanti, il chiasso dei bambini e il laborioso freneticare degli adulti, il suono di strumenti scomparsi che attraversano le pietre silenziose e immobili da millenni, simbolo di una Sardegna autentica e indimenticabile che sopravvive agli assurdi roghi della mente umana.
L’attuale gastronomia di questa parte della Sardegna si basa ancora sugli stessi ingredienti e condimenti di una volta:
- Lumache al sugo (sizzigorrusu un sa bagna) con rosmarino, alloro, pomodori secchi, cipolla.
- Semola fritta con salsiccia (simbua fritta cun satizzu) con aglio, cipolla, salsiccia, prezzemolo (una varietà più legnosa di quella che comunemente si trova in commercio) e zafferano di cui la Sardegna la regione maggior produttrice in Italia in particolare nel Medio Campidano.
- Magroncello in umido (Langiu cun bagna) agnello con pomodori secchi, rosmarino, alloro, capperi, olive. Viene servito nel tipico piatto, la Schivedda, in terracotta e smaltato internamente.
- Maialetto arrosto (proceddu arrustiu con su schidoni) maialino da latte arrosto, 2 ore di cottura.
- Fregola con funghi porcini e pancetta (fregua cun satizzu e cardollinusu).
Sempre con il cuore. Sandra
Dalla Sardegna ancora uno spaccato di vita, alcuni gesti rituali immortalati da Lorenzo Muntoni, scultore e pittore originario della provincia di Cagliari, famoso per la Street art.
Il murales è situato lungo un tratto di strada che collega il Santuario di Santa Vittoria, nel comune di Serri, a Mandas, la città del Trenino Verde, ed è una delle tante sorprese che questa straordinaria regione può offrire.
Passando in auto sono stata attratta da questa emblematica scena della cucina e della tradizione secolare sarda dove ogni elemento è tipico della Sardegna.
Che meraviglia! La cucina protagonista della casa, i valori umani di coloro che la abitano, l’amore per la famiglia, l’incontro di due generazioni in un contesto domestico arcaico ma, spesso, ancora presente: due donne che, dopo la molitura del grano, “vagliano” la farina prodotta separandola dalle impurità, operazione che in sardo si chiama “sa cerridura” (vagliatura), così concentrate sull’azione che stanno compiendo da ignorare l’attonito spettatore.
Uno spettacolo a cielo aperto tanto suggestivo quanto inaspettato.
Non c’è mai stato qualcosa che vi ha fortemente colpito, durante un viaggio, da costringervi a fermarvi o tornare indietro?
Si occupa di cucina e di tradizioni, con un pensiero sempre sensibile verso le tematiche della sostenibilità sia ambientale che economica.
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